Il percorso evolutivo degli uccelli, iniziato almeno 175 milioni di anni fa, li ha portati ad essere tra i vertebrati di maggior successo sul pianeta. In aggiunta ad un’incredibile capacità di adattamento a climi caldi, freddi, aridi e umidi, la maggior parte degli uccelli è in grado di spostarsi in volo per lunghe distanze in cerca di cibo, luoghi dove nidificare, oppure un partner. È assolutamente ovvio che il volo (e prima ancora penne e piume) ha dato loro un eccezionale vantaggio evolutivo, senza il quale probabilmente sarebbero stati svantaggiati rispetto ai mammiferi. Il volo permette agli uccelli di fuggire efficacemente dai pericoli, di raggiungere luoghi inaccessibili alla maggior parte dei predatori, di accedere a più fonti di cibo, e di compiere lunghissime migrazioni (anche 11.000km no stop!!!) in cerca di luoghi dove svernare.
Ovviamente, per volare non basta avere un paio di ali! Tutto il fisico di un uccello (volatore) è “costruito” perfettamente per permettergli di solcare l’aria nel migliore dei modi. In particolare ricordiamo:
- Vista eccellente
- Riflessi prontissimi
- Polmoni “speciali” in grado di estrarre più ossigeno dall’aria
- Scheletro leggerissimo ma robusto
- Muscolatura molto potente e resistente
- Piumaggio che riduce l’attrito aerodinamico e protegge dalle temperature estreme.
- Penne alari allungate, perfette per fornire portanza e spinta.
175 milioni di anni di evoluzione hanno reso gli uccelli delle perfette macchine volanti naturali. E, se ve lo state chiedendo, no, i pipistrelli complessivamente non sono meglio adattati al volo rispetto agli uccelli, e per molte ragioni.
Ma arriviamo finalmente alla domanda del titolo: “quanto possono volare in alto gli uccelli?”.
Per farla breve: TANTO!
Le straordinarie capacità polmonari unite all’eccellente isolamento termico hanno permesso agli uccelli di potersi spingere a quote incredibili, impensabili per qualunque altro vertebrato “nudo e crudo”, pipistrelli compresi. I pipistrelli infatti non dispongono di polmoni altrettanto sofisticati, nè tantomeno di un isolamento termico così efficace, e per questi motivi la quota massima verificata raggiunta da un pipistrello è di “soli” 3.000 metri circa. E in condizioni climatiche favorevoli.
Gli uccelli possono spingersi a quote decisamente superiori! Vediamo quindi le 10 specie che volano più in alto, dal decimo posto al primo.
10) CICOGNA BIANCA (Ciconia ciconia): 4.800 metri, durante le migrazioni.
9) PITTIMA MINORE (Limosa lapponica): 6.000 metri, durante le sue incredibili migrazioni non stop di 11.000 km tra la Nuova Zelanda e l’Alaska.
8) GERMANO REALE (Anas platyrhynchos): 6.400 metri, durante le migrazioni.
7) CONDOR DELLE ANDE (Vultur gryphus): 6.500 metri, seguendo le correnti termiche. Si pensa che i condor e gli avvoltoi volino così in alto anche per disinfettarsi la testa, piena di batteri delle carcasse, grazie ai potenti UV solari ad alte quote.
6) AVVOLTOIO BARBUTO (Gypaetus barbatus): 7.300 metri. Questo credo sia uno dei rapaci più interssanti e maestosi in circolazione, e si merita senza dubbio un post dedicato.
5) GRACCHIO ALPINO (Pyrrhocorax graculus): 8.000 metri, avvistato sul monte Everest. Questo incredibile corvo montano ha un eccezionale adattamento sia al freddo che all’aria rarefatta, e anche le sue uova si sono evolute per resistere in queste condizioni estreme. Se volete approfondire questa specie, ecco il link.
4) CIGNO SELVATICO (Cygnus cygnus): 8.200 metri, in volo sopra l’Irlanda del Nord (rilevamento radar). Se volete approfondire sui cigni, ecco il link.
E ora arriviamo al podio!
3) OCA INDIANA (Anser indicus): 8.800 metri, migrando sopra l’Himalaya.
2) GRU COMUNE (Grus grus): 10.000 metri, migrando sopra l’Himalaya, in modo da evitare di essere attaccate dalle aquile.
1) AVVOLTOIO DI RUPPELL (Gyps rueppellii): 11.300 metri. Questi uccelli hanno una vista eccezionale, e per riuscire a scrutare aree maggiori in cerca di cibo preferiscono salire di quota piuttosto che muoversi orizzontalmente su vaste aree.
Provate voi a stare a 11.000 metri senza tuta e senza bombole, e vediamo quanto sopravvivereste! Forse qualche decina di minuti? A quella quota ci sono circa 56 gradi sotto zero e solo il 23% della pressione atmosferica al livello del mare. Per non parlare poi dei fortissimi raggi UV solari che vi fanno arrosto. In queste condizioni estreme sopraggiungono dopo poco tempo edema polmonare e cerebrale, e i sintomi comprendono confusione mentale, psicosi, allucinazioni, tosse, e infine raptus, coma e morte. Per questo motivo, prima di tentare una scalata ad alte quote, gli alpinisti si recano là settimane prima per abituare il corpo alla quota, alzando il campo base di massimo 300 metri al giorno. Fonte Ma comunque credo siano dei pazzi suicidi! Gli esseri umani sono ben noti per cercare costantemente di trovare e infrangere i limiti del corpo umano, a volte con gravi e irreversibili conseguenze…
E mi chiedo: ma perché?? Perché rischiare la vita cercando di superare i limiti che la natura ci ha imposto?? Senza contare che anche chi ha già rischiato continua comunque a rischiare, imperterrito. Perché non usare invece il miglior strumento che la natura ci ha dato, ovvero il cervello??
Va bene il tenersi in forma, ma certi estremi non li capisco proprio!
Tornando ai pennuti, credo che gli uccelli siano animali straordinari, capaci di imprese incredibili senza tecnologia, con le loro sole forze. Per loro non sono nemmeno imprese, ma l’assoluta normalità! I nostri sforzi estremi nel tentativo di avvicinarci alle performance fisiche degli animali (terra, acqua, aria) li trovo purtroppo molto tristi e senza alcun senso.
A presto e grazie della lettura!
Ciao Martino,
ho un amico alpinista e ti posso assicurare che la ricerca del limite in altezza e difficoltà è come una droga per loro, una passione profonda e pure contagiosa, quando sei in cima ad una vetta è come se avessi conquistato il mondo e vinto una sfida con te stesso, se gli capita di morire non hanno nessun rimpianto perché è successo mentre facevano ciò che gli piaceva fare, e la montagna spesso pretende il suo tributo di sangue.
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Ciao! Capisco, ma non condivido, soprattutto pensando a quello che fanno passare alle persone care.
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