Purtroppo gli uccelli hanno un dono che per molti allevatori è soltanto un fastidioso problema: la capacità di volare.
Noi Homo sapiens siamo essenzialmente animali che si muovono in 2 dimensioni, mentre gli uccelli si muovono in 3 dimensioni. E questo per molti di noi è difficile da elaborare e da gestire, sia fisicamente che mentalmente. E lo dico per esperienza diretta, visto che la mia compagna non riesce a tollerare molto le cose che volano in generale, che siano uccelli, farfalle o droni. Sono parole sue “non riesco a capire le cose che si muovono in 3D“, ma la cosa se ci fai caso è parecchio diffusa. Quante volte vi capita di vedere persone che impazziscono appena vedono qualcosa che gli svolazza intorno? E non è solo una questione di paura degli insetti o dei pipistrelli. Credo sia anche legato alla terza dimensione che questi animali sono in grado di utilizzare, a differenza nostra. Gli animali volanti hanno una grossa parte del loro cervello dedicata proprio a tutto quello che comporta il muoversi nella dimensione aggiuntiva! Per muoversi in 3D servono infatti riflessi e agilità molto superiori rispetto al muoversi in 2D. Ma non solo, bisogna proprio pensare in modo diverso, e non è per nulla una cosa da tutti. Ti faccio un esempio: hai mai provato a pilotare un drone? Com’è stata la prima volta? Un disastro vero? Tranquillo, ci sono passato anche io! Ed è assolutamente normale, perché il passaggio dal 2D al 3D per il nostro cervello non è una cosa immediata, e serve tempo e pazienza per fare lo switch. E con i nostri amici pennuti è esattamente lo stesso. Per loro è assolutamente naturale muoversi in 3D, e lo fanno con un’agilità e una velocità per noi decisamente spiazzante.
Per gli allevatori, per quanto cerchino di dare spazio agli uccelli, sarebbe assolutamente impossibile allevare uccelli senza utilizzare gabbie, ma non solo per il problema della gestione del volo degli uccelli. Gli uccelli nati in cattività, ma che non sono stati abituati al contatto umano e al volo consapevole, sono in assoluto i più a rischio, perché se non fossero tenuti in gabbia volerebbero in preda al panico e si farebbero molto male. Per non parlare poi di tutti i pericoli del mondo a cui non sono per niente preparati. Quindi la gabbia è necessaria anche e soprattutto per proteggerli dai pericoli del mondo e da loro stessi. E in ogni caso dovrebbe essere solo una soluzione temporanea, in attesa di dargli una dimora molto più confortevole.
Cose del genere sono veramente terribili, anche se sono solo soluzioni temporanee:
Una cosa che mi è capitato di vedere di recente è una voliera immensa costruita praticamente attorno ad un albero alto 10 metri, una roba del genere (ma ben più grande):
Decisamente meglio della gabbia di prima, anche se non tutti hanno lo spazio per una voliera del genere. E’ uno dei miei tanti sogni nel cassetto.
Molti allevatori poi adottano la terribile pratica di recidere le penne delle ali dei giovani uccelli ben prima che imparino a volare. Certo, per l’allevatore è comodissimo: risparmiano sulle gabbie e allo stesso tempo non hanno uccelli che svolazzano a destra e a manca. Ma così facendo non si rendono conto che stanno causando un trauma psicofisico al pennuto, perché non gli consentono di sviluppare adeguatamente la coordinazione motoria e mentale. Nel post “VOLO E PSICHE” avevo parlato proprio dell’importanza del volo per lo sviluppo fisico e cerebrale degli uccelli, ecco il link.
Non farlo mai!!!
Qualche bastardo poi fa anche di peggio: taglia direttamente l’ultima parte dell’ala (esatto, carne e ossa…) per far si che l’uccello non possa volare mai più per tutta la vita. Si chiama tarpatura, e lo fanno per gli uccelli ornamentali da mettere nei parchi pubblici o privati in modo che rimangano sempre lì. E’ una pratica barbara e chi lo fa dovrebbe andare in galera.
Io ho un mini allevamento di colini della California (Callipepla californica), ma non un allevamento come tanti allevamenti avicoli che trovi in giro. Io voglio che i miei pennuti siano assolutamente abituati sia alle persone che a muoversi e quindi anche volare in casa, consapevoli dei pericoli che ci sono. E fidati, ci sono voluti un sacco di pazienza e di nervi saldi per imparare a capire le loro traiettorie per evitargli di sbattere contro il muro o contro i vetri delle finestre. In pratica ho imparato assieme a loro, mentre crescevano e iniziavano a fare i loro primi voletti. Adesso potrei diventare il portiere della nazionale italiana, da tanto sono bravo a prendere dei proiettili alati che sfrecciano in casa a 50 all’ora (ma forse anche di più). Hai presente la differenza tra il volo di una farfalla e quello di una palla di cannone? Ecco, i colini della california volano come una palla di cannone. Per approfondire, ecco il link.
Ecco il mio amico Alvin (RIP), era un maschietto stupendo!

Ma con tutta la pazienza e i mille occhi che bisogna avere, alla fine è stato proprio un volo da panico a portarmi via il mio amico Alvin proprio a inizio 2021. Ma a mia discolpa, la causa è stata la donna delle pulizie dell’appartamento di sopra che ha sbattuto a tradimento i tappeti giù dal balcone, facendo spaventare e decollare a razzo il mio Alvin, che ha sbattuto contro il muro. E’ stato veramente un attimo, non ho potuto fare assolutamente nulla per evitarlo. Ora ho mandato una bella lettera minatoria a quello di sopra, e sembra che abbia recepito il messaggio.
Ecco Alvin che decolla a palla di cannone, in uno degli ultimi video che ero riuscito a fargli prima della fatale tragedia:
Nonostante tutto, preferisco correre questo rischio piuttosto che impedire ad un uccello di volare, perché gli uccelli sono nati per volare!!!
Ora dell’incubazione 2020 è rimasta solo la sorellina Quasi, che è un po’ invalida (ipovedente), eccola:

Purtroppo sono stato costretto ad impedire a Quasi di volare, perché essendo ipovedente se potesse volare si farebbe inevitabilmente molto male. Voi dareste il brevetto di volo ad un cieco?? Beh, io no! Quindi ho dovuto spuntarle le penne delle ali. Tranquillo! Per lei è totalmente indolore e 100% reversibile, un po’ come per noi tagliarci i capelli. Le voglio veramente un mondo di bene.
I miei colini li tengo in una scatola dell’Ikea aperta sopra, con solo una rete da mettere sopra quando serve. Ma quando sono a casa loro solo liberi di volare fuori, se ne hanno voglia, anche se incredibilmente lo fanno abbastanza di rado. Alvin aspettava il mio permesso per uscire! Appena gli porgevo la mano lui saliva, e solo a quel punto si sentiva libero di volare dove voleva. E’ stata un’esperienza magnifica, anche se finita tragicamente.
Poi quest’anno ho deciso di incubare altre 8 uova, e incredibilmente ho avuto 7 pulcini nati su 8! Ora hanno quasi 4 mesi (17 settimane oggi), e cerco sempre di farli volare per mantenerli allenati e per ridurre la probabilità che si facciano male, anche se purtroppo a volte capita comunque. Ecco una compilation di tutti i loro voli, da quando avevano solo 6 giorni di vita ad oggi!
Alcune persone, che ammiro moltissimo, allenano i loro pennuti domestici a volare liberi addirittura all’esterno, il cosiddetto “free flight”, ma è una pratica molto delicata e necessita di un training molto graduale e costante. E comunque non è privo di rischi. Ma chi riesce a farlo credo dovrebbe essere la persona più orgogliosa al mondo!
Guardate come questi pappagalli domestici volano liberi all’aria aperta in un posto incontaminato:
Oppure questa anatra, che vola libera per il quartiere e poi ritorna a casa dalla sua amica umana:
Oppure ancora questo piccione addestrato a volare mentre i cani corrono e il padrone li segue in bicicletta:
Quindi, butta via tutte le gabbie che hai, oppure tienile soltanto come rifugio sicuro per i tuoi pennuti. Gli uccelli sono creature dell’aria, e in quanto tali non possono essere tenuti come se fossero dei topi di laboratorio.
Credo che il mito che gli uccelli devono per forza stare in gabbia io l’abbia appena ampiamente sfatato, non credi anche tu??