Il taglio delle penne delle ali (remiganti) prima dell’involo, l’importante stadio dello sviluppo in cui un uccello impara a volare, può avere gravi conseguenze, più gravi e durature rispetto ad un taglio in qualsiasi altro momento della sua vita. Un taglio delle remiganti che interferisce con l’involo, interferisce enormemente anche con il normale sviluppo psico-fisico di un giovane uccello.
Se visiti un negozio che vende uccelli potresti facilmente vedere uccellini in piccoli recinti, scatole, vetrine o gabbie minuscole. Questi contenitori sono certamente adatti per uccelli che non sono ancora pronti a lasciare il nido. Il problema sorge, tuttavia, quando a questi uccelli vengono tagliate le remiganti e/o rimangono confinati in piccoli spazi oltre l’età in cui dovrebbero imparare a volare. In natura, questi uccelli alle prime armi avrebbero sviluppato le abilità di volo esplorando i loro ambienti, seguendo i loro genitori e imparando ad essere uccelli. Per dirla semplicemente, gli uccelli in questi allevamenti non sperimentano una normale transizione verso l’età adulta.
Ti racconterò perché questo è un modo estremamente sbagliato e persino non etico di allevare uccelli, e che purtroppo si sta diffondendo a macchia d’olio anche tra gli avicoltori più affermati. Il motivo principale di questa pratica è che ovviamente è la soluzione più semplice: un uccello che non vola è molto più semplice da gestire, sia per l’allevatore che per il privato che lo acquista. Una pratica ancora più estrema e vergognosa è la tarpatura, ovvero la mutilazione dell’ultima parte dell’ala alla nascita. In questo modo l’uccello non potrà volare mai più. Molti uccelli da giardino e da parco subiscono questa operazione, in modo che siano bloccati a terra per sempre, a disposizione dei turisti e/o dei loro ricchi padroni.
Ma in che modo il taglio delle ali prima dell’involo influisce sugli aspetti fisici dello sviluppo di un uccello?
Un uccellino impara istintivamente a camminare, sbattere le ali e volare, esattamente come un cucciolo umano impara istintivamente a gattonare, camminare ed esplorare. Il ruolo delle ali nella locomozione degli uccelli è così profondamente radicato in loro che gli uccellini agitano le loro ali ben prima che i loro sistemi muscolo-scheletrici abbiano finito di svilupparsi. Usando le gambe e le ali in modo cooperativo, mentre i muscoli e le ossa si sviluppano, sono in grado di effettuare una transizione senza soluzione di continuità al movimento basato sulle ali, ovvero il volo. Al contrario, i bambini umani usano le braccia e le gambe in modo cooperativo per aiutarli a passare al movimento basato sulle gambe. In pratica, le ali di un uccello sono l’equivalente delle nostre gambe, perché il volo è spesso il loro mezzo di locomozione primario.
Senza penne remiganti, tuttavia, l’uccellino non è in grado di effettuare questa transizione. Il taglio delle remiganti modifica gravemente la loro aerodinamica e impedisce a un uccellino di apprendere la normale locomozione. Come può un uccellino, i cui muscoli alari sono ancora in via di sviluppo, imparare a volare senza un’ala integra? Come può allenare adeguatamente la sua muscolatura? Semplice, non può!!!
Se i muscoli non sono sviluppati correttamente e rimangono deboli, non possono sollecitare in maniera corretta le ossa alle quali sono ancorati, portando a effetti negativi sullo sviluppo osseo. In ultima analisi, il carico meccanico applicato ad un osso durante la crescita determina la resistenza meccanica che quell’osso avrà in età adulta. Un uccello che non viene fatto volare da giovane, da adulto avrà ossa più fragili. Se l’esercizio continua per tutta la vita dell’animale, questa maggiore forza ossea può aiutare a ridurre il rischio di fratture con l’invecchiamento.
Mentre un uccello può ragionevolmente stare in una gabbia di dimensioni adeguate per una parte della giornata e poi uscire per fare esercizio fisico volando, quasi tutti gli uccelli in vendita non lasciano mai le loro minuscole gabbie. Se lo fanno solitamente le loro remiganti vengono tagliate. Questa pratica è dannosa sia per il loro sviluppo che per il loro rapporto con gli esseri umani. Gli uccelli dall’età dell’involo in poi, anche quelli “in vendita”, dovrebbero essere alloggiati in gabbie o voliere che consentano loro di esercitarsi a volare. In alternativa, dovrebbero poter fare esercizio quotidiano fuori dalle loro gabbie. Se vogliamo che i nostri uccelli crescano in modo sano e naturale, dobbiamo essere critici nei confronti dell’ambiente in cui vengono allevati. Dovremmo impegnarci a fornire agli uccelli opportunità di sviluppo che si avvicinino a quelle che sperimenterebbero in natura, anche se non siamo in grado di riprodurle perfettamente.
Se gli effetti del taglio delle ali sullo sviluppo fisico vi possono sembrare gravi, forse sono ancora peggiori gli effetti sullo sviluppo cerebrale. Durante i primi mesi di vita di un uccello, le sue esperienze (o la loro mancanza) hanno un profondo effetto sullo sviluppo del suo cervello. Gli animali allevati in ambienti che permettono una stimolazione mentale, fisica e sociale, hanno cervelli più attivi e che possiedono un numero maggiore di connessioni neurali. L’uccellino che vola nel suo ambiente sta imparando una serie di abilità motorie complesse come decollare, sbattere le ali, planare, salire e scendere, virare, evitare ostacoli, frenare e atterrare. Facendo queste attività il suo cervello elabora rapidamente gli stimoli sensoriali. Se paragonate questo uccello, che sta seguendo un normale percorso di crescita, con un uccello bloccato in una gabbia minuscola, noterete delle differenze psico-fisico notevoli. Gli studi indicano una relazione significativa tra attività fisica, abilità motorie e funzioni cognitive.
E mano a mano che il cervello matura, la sua capacità di modificarsi diminuisce, insieme alla capacità di apprendere, memorizzare o recuperare da varie lesioni cerebrali. Gli studi dimostrano anche che l’attività fisica durante i periodi critici si traduce in un migliore apprendimento, concentrazione, memoria e intelligenza. Sulla base di questi studi è logico concludere che l’uccellino che impara a volare può conseguire un livello di sviluppo cerebrale maggiore rispetto all’uccellino che viene bloccato a terra.
È impossibile sapere con certezza se i problemi comportamentali di un particolare uccello siano dovuti a questo tipo di allevamento o ad un’altra causa, ma possiamo dedurre logicamente che uno sviluppo anormale aumenta l’incidenza di comportamenti anormali. Gli uccelli con le remiganti tagliate sono spesso pubblicizzati come “allevati a mano” o “addomesticati”, ma molti di loro sono timorosi e avversi al contatto umano. La scorciatoia che aggira le fasi di socializzazione e addestramento di questi uccelli è disabilitarli fisicamente tramite il taglio delle ali. Poiché non sono in grado di volare, non possono sfuggire da un cliente che desidera trattenerli indipendentemente dalla loro paura nei suoi confronti. Quando un uccello ha paura, costringerlo ripetutamente a interagire con noi e annullare tutte le sue possibilità di fuga non si traduce in docilità o legame umano-animale, ma bensì nella cosiddetta impotenza appresa. L’impotenza appresa è quando l’animale viene messo in una situazione di stress o dolore inevitabili. Quindi, in seguito, anche se fosse possibile per loro sfuggire allo stress o al dolore, non ci provano nemmeno. In sostanza, se costringiamo al contatto più e più volte un uccello che non può volare, o se lo raccogliamo da terra ogni volta che cerca di volare via, lo stiamo costringendo a uno stato di impotenza appresa. Ha ancora paura, ma si è arreso all’inevitabile. Questo porta naturalmente ad un uccello più insicuro e ansioso.
L’altro risultato delle interazioni forzate con gli uccelli è che alcuni di loro imparano che quando volare via è inutile, mordere funziona molto bene (soprattutto i pappagalli). Invece di basarsi sulla loro strategia primaria di fuga, ovvero il volo, si affidano ad altri comportamenti, come mordere, per cercare di contrastare le minacce percepite. Gli uccelli con limitazioni di volo non possono costruirsi la fiducia in loro stessi, che deriva dall’avere il potere di volare via da qualcosa che non gli piace. Per avere un uccello veramente addomesticato lui deve poter scegliere di stare vicino a noi! Gli studi hanno però osservato che le abilità di volo apprese in età avanzata possono ridurre o risolvere alcuni di questi comportamenti problematici, anche se per questi uccelli non è una cosa semplice, e anche con un grande sforzo potrebbero non diventare mai abili come gli uccelli che hanno imparato a volare da giovani. Esattamente come per noi umani.
La capacità di apprendere e acquisire nuove abilità ovviamente continua per tutta la vita, come dimostrato da persone adulte che imparano a suonare strumenti e da uccelli che imparano a volare da adulti. Tuttavia, il periodo di sviluppo prima della pubertà è un’opportunità che non deve essere sottovalutata. Se un uccello non è in grado di volare, il suo cervello non è in grado di creare quelle connessioni neurali specifiche che il volo avrebbe “sbloccato”. Tentare di creare queste connessioni in seguito, quando il cervello non è più al massimo della plasticità, può rappresentare una seria sfida. Pertanto, il taglio delle ali complica in modo significativo un processo, ovvero imparare i segreti del volo, che altrimenti sarebbe per loro assolutamente naturale e intuitivo.
Per concludere, concedi ai tuoi amici pennuti la possibilità di volare, perché la natura li ha programmati per il volo, e togliendo loro questa possibilità avrete degli uccelli invalidi e infelici. Ovviamente tutto questo è possibile solo se hanno imparato fin da molto giovani a fidarsi di voi, altrimenti si farebbero solo del male (finestre, vetrate, ecc).
Eliminiamo queste gabbie-prigione tristissime o consideriamole solo come il rifugio sicuro dei nostri amici uccelli.
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