Il 2021 è stato senza dubbio l’anno più impegnativo di tutta la mia vita (fin’ora…). Sono successe tantissime cose, belle e brutte, tutte molto impegnative sia psicologicamente che fisicamente.
Parlando di cose positive (le principali) il 13 febbraio sono diventato padre, il 5 maggio sono diventato di nuovo “padre” (sono nate altre 7 quagliette!), e il 3 ottobre mi sono sposato. Diventare padre è una cosa estremamente impegnativa, e da quel giorno la mia vita non è stata più la stessa. Ah, dimenticavo! Il 25 aprile sono risultato positivo al COVID19, per fortuna senza sintomi di rilievo (sia io che la mia famiglia). Vi sembrerà strano che io abbia messo la nostra quarantena tra le cose positive ma, avendo sintomi trascurabili, quelle 4 settimane a casa mi hanno dato la possibilità sia di aiutare la mia allora ancora compagna (ormai moglie!) con il bimbo, sia di assistere alla crescita delle nuove sette quagliette per ben 3 settimane di fila, le prime tre, che sono anche quelle più delicate e quelle in cui si ha l’imprinting con gli esseri umani.
Parlando invece di cose brutte, il 2 gennaio è morto tragicamente il mio amico Alvin, il maschio di quaglia californiana nato il 7 giugno 2020 (assieme a Quasi) dopo una lunga serie di fallimenti. Attorno al 12 ottobre, mentre ero in viaggio di nozze, è morto uno dei miei maschi riproduttori, Cupertino, a causa del bullismo dell’altro maschio riproduttore più giovane, Fresno. Il 21 ottobre è morta Tutù, una delle quaglie femmine nate quest’anno, a causa forse della combinazione deposizione + carenza di vitamina D. E poi l’evento più tragico in assoluto: il 18 maggio è venuta a mancare la mia nonna materna, una delle persone più importanti della mia vita. E’ stata proprio lei che per prima mi ha trasmesso la passione per la natura e soprattutto per gli animali.
Infatti, fino al 2010 circa, avevamo una piccola fattoria a conduzione famigliare, in cui tenevamo soprattutto avicoli da cortile come galline, anatre, tacchini, quaglie, faraone ma anche piccioni e conigli. Fino a 40 anni fa, prima che io nascessi, c’erano anche delle caprette tibetane, tre mucche e un asinello. La mia nonna materna era l’ultima rappresentante della “vecchia guardia” di una lunghissima tradizione contadina della mia famiglia materna, una tradizione di dura vita nei campi e di cura degli animali da fattoria. Come avrete letto nella mia pagina di presentazione (Chi sono), io praticamente sono cresciuto con la mia nonna. Quando uscivo da scuola non andavo a giocare con altri bambini, e nemmeno a giocare con i videogiochi in camera mia, nossignore! Il mio tempo libero lo passavo in mezzo agli animali, e alla loro cacca. La mia vita la passavo tra la fattoria e la casa in paese, dove avevo anche molti altri animali tra cui pappagalli, quaglie giapponesi, cani, gatti, cavie, criceti, conigli, tartarughe, ecc.
Ovviamente gli animali che allevavamo nella fattoria erano quasi esclusivamente per la nostra alimentazione, uova e carne, e per questo era spesso motivo di scontro con la nonna. Per me gli animali erano creature affascinanti, da osservare, ammirare, studiare, capire e con cui interagire, non semplicemente carne da macello (nonostante li mangiassi anche io). Anche la nonna li apprezzava, non fraintendetemi! Per lei era una gioia immensa vedere la chioccia che covava le uova con tanta pazienza, e che poi accudiva i suoi pulcini con altrettanta pazienza e dedizione. Però comunque il loro destino finale era sempre lo stesso: la padella. Ma come fai ad ammazzare brutalmente una creatura che hai visto nascere, crescere e imparare a conoscere il mondo che la circonda?? E’ una cosa di cui non sono mai riuscito a capacitarmi, ma ovviamente so perfettamente che funziona così, da millenni. Nonostante ciò, non avete idea di quanti animali ho provato a salvare, a volte anche riuscendoci. Per le galline purtroppo non c’era speranza, perché noi vivevamo in centro, dove era impossibile tenere questi animali. Ma di anatre ne ho salvate (rubate) ben quattro! Una aveva il collo storto dalla nascita, e il suo destino era quello di finire giù per lo scarico del gabinetto, ancora viva. Io l’ho letteralmente strappata dalle mani di mio zio (il fratello di mio nonno materno), l’ho curata e l’ho tenuta come animale domestico. Era un’anatra muta femmina, tutta bianca. Poi un giorno ho rubato un germano reale a mia nonna, e l’ho liberato sul Lago di Como, dov’è pieno di germani reali. Non immaginate la gioia estrema di questa povera anatra, cresciuta in un pollaio pieno di escrementi e con una misera ciotola d’acqua sporca, nel vedere una così grande distesa d’acqua (pulita) a perdita d’occhio! E’ vero, un animale nato e cresciuto in cattività non dovrebbe essere rimesso in natura da un giorno all’altro, ma al lago è diverso, dal momento che è un ambiente molto poco selvaggio e con cibo in abbondanza tutto l’anno. Quindi immagino e spero che se la sia cavata benone.
Io sono da sempre ossessionato dal volo degli uccelli, ormai l’avrete capito. Da giovane mi divertivo a portare gli avicoli sul balcone al primo piano della fattoria, e a farli “volare” giù nella corte (spesso li lanciavo…). Ho messo il verbo volare volutamente tra virgolette, dal momento che non tutti gli avicoli sono in grado di farlo. Le anatre adulte, sia germani che mute, non avevano problemi ad atterrare sane e salve, così come nemmeno le faraone, i tacchini e le galline nane (bantham). Due germani non hanno mai toccato terra, ed ecco le altre due anatre che ho “salvato”, almeno spero. Meglio una vita breve in libertà piuttosto che una altrettanto breve ma dietro le sbarre, no? Tornando al balcone, purtroppo però le galline giganti piombavano a terra quasi come sassi, e a volte si facevano malino. Ovviamente questo per me non è motivo di vanto, ma tenete presente che avevo 10-12 anni, e da giovani tutti hanno fatto cose più o meno discutibili. Oggi invece, nonostante allevi delle agilissime quaglie californiane, non le ho mai e poi mai forzate al volo. MAI! Io semplicemente le porto in un punto e aspetto che siano loro a decidere se volare o meno, e quando farlo. Non le ho mai lanciate in aria, e mai lo farò.
Tornando alla mia nonna, e concludendo questa introduzione, lei era per me una persona molto speciale, e almeno il 50% di come sono ora (amante della natura e degli animali, ma no solo) è proprio grazie a lei e ai suoi preziosi insegnamenti, insegnamenti che intendo assolutamente portare avanti e tramandare, innanzitutto ai miei figli, e ovviamente anche a chiunque fosse interessato, sia mediante questo sito, sia mediante il mio canale YouTube. E ovviamente anche faccia a faccia!
Ma torniamo ad Alvin. Alvin era un bellissimo maschietto di quaglia californiana. Era nato il 7 giugno 2020 dopo ben due incubazioni fallite al 100%, per un motivo o per l’altro. Alvin e Quasi sono stati la realizzazione del mio sogno più grande, ovvero incubare delle uova di uccello e far crescere i pulcini a stretto contatto con me, in modo da abituarli alla mia presenza e alla vita domestica. La loro incubazione non è stata proprio un successo, dal momento che su otto uova se ne sono schiuse soltanto quattro, e soltanto due pulcini su quattro sono sopravvissuti. Inoltre Quasi è un pò invalida (ipovedente), quindi significa che su otto uova è nato un solo pulcino perfettamente sano. Questo pulcino era Alvin! Io voglio benissimo anche a Quasi, e faccio di tutto per accudirla al meglio, ma purtroppo, a causa della sua invalidità, con lei non sono mai riuscito ad interagire come avrei voluto. Essendo ipovedente, a Quasi ho dovuto perfino precludere il volo, spuntandole le ali (totalmente indolore, tranquilli!). Inoltre si spaventa più facilmente, perché non mi riconosce subito quando mi avvicino. Con Alvin era tutta un’altra cosa. Lui era curioso, intraprendente, divertente, e spesso mi volava in testa o in mano, facendomi capire che si fidava di me. Si fidava così tanto del sottoscritto che a volte addirittura si addormentava sulla mia mano! Tra me e lui c’era un legame molto speciale: io capivo lui e lui capiva me. Nei quasi 7 mesi della sua breve vita, Alvin mi ha fatto riscoprire un mondo che purtroppo stavo lentamente abbandonando, in una parentesi solo lavoro e videogiochi durata qualche anno (iniziata grossomodo dopo la morte del mio pappagallino inseparabile cresciuto a mano). Ripercorriamo brevemente la storia di Alvin.
Ecco Alvin, in primo piano, e Quasi, in secondo piano, a pochi giorni dalla schiusa:

Ecco Alvin a 16 giorni di vita che mangia dalla mano:

Ecco Alvin, a quasi due mesi, comodamente appollaiato sulla mia mano:

Ed ecco Alvin ormai adulto, era diventato veramente stupendo!







E ovviamente la bellissima foto che ho scelto come logo di martinquails.com e del canale YouTube:

Dopo mesi di avventure e disavventure (che un giorno pubblicherò integralmente, da qualche parte) il destino ha voluto portarmi via per sempre il mio amico Alvin. Fino al 30 dicembre 2020 tutto procedeva normalmente. Fuori c’era la neve, Alvin e Quasi avevano la loro solita routine giornaliera. Poi è arrivato quel maledetto 31 dicembre 2020, tardo pomeriggio. Alvin era libero in sala, come succedeva tutti i giorni almeno 4-5 volte al giorno. La donna delle pulizie dell’inquilino dell’appartamento di sopra ha pensato bene di sbattere il grosso tappeto nero di casa giù dalla ringhiera, sul mio balcone (non credo nemmeno sia molto legale, soprattutto in tempo di pandemia). Alla vista di questo enorme affare nero sventolante Alvin si è spaventato di brutto, è partito in volo a bomba verso il bagno, e ha sbattuto credo prima contro il muro e poi sul pavimento, anche se non ho assistito bene alla scena. Io ho solo raccolto da terra il povero Alvin terrorizzato, e a prima vista sembrava non si fosse fatto nulla di grave (non era di certo la sua prima caduta!). Tuttavia, fin dal mattino successivo Alvin non sembrava più il solito uccellino pimpante e impaziente di fare il suo primo voletto della giornata. Era spento e inappetente. Più passavano le ore e più diventava apatico. Siccome faceva la cacca molto liquida, credevo avesse un problema intestinale, lo stesso che aveva avuto Quasi poche settimane prima. Quindi siamo partiti subito con siringa di antibiotico + siringa di pappa, ma la situazione non migliorava, anzi. Era il primo dell’anno, e quindi impossibile trovare un veterinario disponibile, per giunta esperto di volatili. Ma comunque, un trauma interno (cranico o altro) in un animale del genere è purtroppo una condanna a morte, proprio come succede a milioni di uccelli che sbattono contro i vetri a specchio dei palazzi ogni anno. Semplicemente non c’è nulla da fare. Alvin è morto nella notte tra il 1 e il 2 gennaio 2021. E’ stato un vero chock, impossibile per me negarlo. Alvin ora riposa in pace sotto un acero in un prato non lontano da casa mia. Dopo un anno, adesso forse (e dico forse) riuscirò ad appendere il quadretto di Alvin che mia moglie mi aveva regalato, coincidenza vuole, a Natale 2020, proprio pochi giorni prima della tragedia.
Ma, come si suol dire, la vita va avanti, anche se siamo noi e soltanto noi a doverla mandare avanti. Non possiamo semplicemente aspettare che le cose cambino in meglio! Noi dobbiamo fare di tutto per combattere l’entropia che tenta costantemente di distruggere la nostra vita, e di buttarci nell’oblio. Sta a noi mantenere la nostra mente vitale e soddisfatta. Ed è proprio quello che ho fatto. Ho deciso di ritentare un’altra incubazione, la quinta, ma non per tentare di rimpiazzare Alvin (cosa impossibile!) ma perlomeno di distrarmi dai brutti ricordi dell’accaduto, nonostante tutti cercassero di dissuadermi dal farlo causa impegno da neo genitore. La quinta incubazione è stata il mio primo grande successo, con ben 7 pulcini nati perfettamente sani su 8 uova incubate. Questa incubazione mi ha dato soltanto due maschi, Harem, che ho tenuto, e Dorito, che ho regalato a una mia amica. Harem e Dorito sono due maschi molto diversi tra loro. Harem è molto attivo, curioso e intraprendente, mentre Dorito è più tranquillo, meno curioso e più “gestibile”. Nonostante avessi dato alla mia amica l’opportunità di scegliere il maschietto che preferiva, sono molto contento che abbia scelto Dorito e non Harem. Infatti, tra i due, Harem è quello che più mi ricorda Alvin, sia esteticamente che caratterialmente, e ho potuto estendere a lui il “modello d’interazione” che avevo maturato con Alvin in modo molto naturale e soddisfacente.
In effetti, Harem potrebbe benissimo essere fratello di Alvin, dal momento che le uova vengono sempre dalle stesse due coppie di riproduttori.
Ecco Harem!


Guarda caso, anche Harem come Alvin ha l’abitudine di volarmi in testa! Di me si fida davvero molto.

Il piumaggio di Alvin era molto più bello, ma non perché quello di Harem sia brutto, soltanto per il fatto che Alvin faceva regolarmente “il bagno” nella terra mentre Harem non ne vuole sapere. Ho provato varie volte, ma purtroppo per ora non vede proprio il terriccio come qualcosa in cui rotolarcisi. Magari un giorno cambierà idea, e anche dopo un solo bagno anche Harem diventerà magnifico e fotogenico come lo era Alvin.
Curiosità: Harem ha un ciuffo con una “goccia” meno accentuata rispetto a quella che aveva il ciuffo di Alvin.
Adesso ho una vita molto piena e impegnativa, dovendomi districare tra impegni lavorativi (sono un chimico), impegni domestici (marito, bimbo e casa), avicoltore amatoriale, e quando avanzo tempo provo anche a scrivere per martinquails.com e montare/pubblicare video per il canale YouTube. Non è per nulla facile, ma noi siamo molto ben organizzati, e riusciamo a gestire più o meno tutto senza grossi problemi.
Spero davvero che il 2022 sarà un anno migliore del 2021, e con “migliore” non intendo meno impegnativo, ma almeno che l’impegno derivi più da cose positive che da cose negative.
La prossima volta vi racconterò la storia della sorellina Quasi, magari pubblicando il post il giorno del suo secondo compleanno (sarà il 7 giugno 2022, toccando ferro che non le succeda nulla prima…).

Voglio quindi concludere con questo montaggio video in ricordo di Alvin, spero sia di vostro gradimento!
Buon 2022 a tutti i miei fedeli lettori!!!
A presto e grazie della lettura!
Ciao Martino, Sandro mi aveva detto della morte di Alvin, voglio solo dirti che sono dispiaciuto e ti auguro che possano nascere tante nuove giovani quagliette…..
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