Scopriamo il genere Gavia

Con il genere Gavia si identifica una famiglia di uccelli altamente acquatici diffusi esclusivamente nell’emisfero boreale, e comprende in totale 5 specie: la strolaga minore (Gavia stellata), la strolaga mezzana (Gavia arctica), la strolaga maggiore (Gavia immer), la strolaga beccogiallo (Gavia adamsii), e la strolaga mezzana del Pacifico (Gavia pacifica).

Il nome scientifico Gavia non significa nulla di speciale, qualcosa del tipo “uccello marino non identificato”, non ho idea delle ragioni che spinsero il naturalista tedesco J. R. Forster a scegliere proprio questo nome nel lontano 1788. Fonte

Vediamo quindi la classificazione tassonomica di questo genere:

Aves -> Gaviiformes -> Gavidae -> Gavia

Le strolaghe, unici rappresentanti dell’ordine dei Gaviiformi, sono grossi uccelli acquatici con un piumaggio molto caratteristico, prevalentemente bianco e nero/grigio. Le dimensioni variano dalla “piccola” strolaga minore (53-69 cm di lunghezza e 1-2,7 kg di peso), alla grossa strolaga beccogiallo (76-97 cm di lunghezza e 4-6,4 kg di peso). Tuttavia la strolaga maggiore, nonostante sia più piccola della strolaga beccogiallo, può raggiungere anche i 7,6 kg di peso. La strolaga beccogiallo raggiunge il metro e sessanta di apertura alare. I sessi sono identici in tutte le specie, ma i maschi sono leggermente più grandi delle femmine. Le strolaghe sono uccelli mediamente longevi, potendo arrivare anche ad una trentina d’anni.

Ecco una strolaga maggiore:

E questa è una strolaga minore:

I piumaggi che hanno gli uccelli nelle foto qui sopra sono piumaggi “nuziali”, più colorati e definiti rispetto ai piumaggi al di fuori della stagione riproduttiva. Ecco come si presenta una strolaga minore in piumaggio non riproduttivo:

Come si può notare, a differenza della maggior parte degli uccelli acquatici, le strolaghe galleggiano con la pancia completamente sommersa.

Le strolaghe sono uccelli estremamente acquatici, che raramente si avventurano a terra. Perfino i loro nidi spesso sono isolotti di vegetazione galleggianti sull’acqua!

E hanno un valido, validissimo motivo per evitare la terraferma a tutti i costi. Infatti le strolaghe hanno zampe (palmate) attaccate molto indietro, praticamente all’estremità posteriore del corpo, e questo le rende estremamente impacciate a terra, tanto che spesso perdono l’equilibrio e cadono.

In questa foto (e anche in una delle precedenti) si vede una strolaga che decolla dall’acqua, e si vedono bene le zampe molto “indietro”:

Sulla terraferma sono talmente inette che spesso devono strisciare sulla pancia, e per decollare devono per forza partire dall’acqua. Infatti il loro carico alare è molto elevato, e per potersi alzare in volo devono prendere una lunga rincorsa. Soltanto la strolaga minore riesce, a fatica, a decollare dalla terraferma. Guardate che rincorsa lunghissima serve ad una grande strolaga per poter decollare! (Slow motion)

Durante il decollo in pratica corrono sull’acqua.

E guardate invece come atterrano di pancia! Sembra veramente un idrovolante:

È veramente difficile trovare foto e video di strolaghe che camminano, dal momento che è un evento molto raro. In questo video però si vede una strolaga maggiore finita non si sa come sull’asfalto, e si può apprezzarne sia la goffaggine a terra (preferisce stare appoggiata sulla pancia), sia le zampe molto arretrate, sia il suo richiamo molto simile all’ululato di un lupo:

Se sulla terraferma le strolaghe sono negate, in acqua invece sono perfettamente a loro agio. Sono infatti uccelli che cacciano in immersione, usando le loro zampe palmate come se fossero il propeller di un motoscafo, e cercano pesci, insetti, molluschi e crostacei, che catturano con il loro becco appuntito. Le strolaghe possono trattenere il respiro fino a 90 secondi. Siccome cacciano a vista, questi uccelli preferiscono le acque limpide a quelle fangose.

Guardate una strolaga che caccia sott’acqua in un enorme banco di pesci:

Notate lo strano modo in cui nuota, tenendo le zampe di piatto, come fanno le rane.

In volo, nonostante l’impegno che richiede il loro decollo, sono molto veloci e dirette, e sono quasi tutte migratrici, potendo volare per grandi distanze senza soste (anche 1100km al giorno!). L’agilità in volo è tuttavia molto scarsa. In volo le strolaghe hanno una silhouette molto riconoscibile e insolita, con la testa e la coda arcuate verso il basso. In questo modo:

Le strolaghe sono solite ingerire piccoli sassi che raccolgono dai fondali, per usarli come gastroliti in aiuto alla digestione. A causa di ciò negli USA in passato c’è stata una moria di strolaghe che si avvelenavano ingerendo i pallini di piombo da caccia, o quelli da pesca, e il loro utilizzo è stato quindi vietato in molte aree dove vivono questi uccelli.

Per quanto riguarda invece la riproduzione, le strolaghe sono uccelli generalmente monogami (per la singola covata), che si accoppiano a terra, e che spesso nidificano su isolotti di vegetazione galleggiante (se disponibili). Depongono 2 uova, e i pulcini nati vengono accuditi da entrambi i genitori. I pulcini nascono precoci, e possono nuotare e seguire i genitori già da poche ore dopo la schiusa, anche se non sono in grado di alimentarsi da soli per almeno le prime 5-6 settimane. I genitori li nutrono quindi becco-becco. Per le prime due settimane di vita, i pulcini riposano sulla schiena dei genitori, sempre galleggiando sull’acqua:

Le giovani strolaghe, una volta sviluppato il piumaggio semi-definitivo, sono meno vistose e definite degli adulti, e sono totalmente indipendenti e in grado di volare a circa 11-12 settimane dalla schiusa.

Per concludere, mi sembra opportuno citare l’incredibile somiglianza tra le strolaghe e gli svassi, questi ultimi rappresentanti dell’ordine dei Podicipediformi. Nonostante le somiglianze notevoli, sia nella struttura fisica che nelle abitudini, strolaghe e svassi non sono imparentati. Le prime sono parenti dei pinguini e dei Procellariformi, i secondi sono invece più vicini ai fenicotteri. Fonte Questa somiglianza è quindi un tipico esempio di evoluzione convergente, ovvero quando una stessa nicchia ecologica porta all’evoluzione di specie molto simili partendo da antenati più dissimili e non strettamente imparentati. Fonte

Ecco quindi qualche foto di svassi, per confronto:

Notate somiglianze??

A presto e grazie della lettura!

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2 pensieri riguardo “Scopriamo il genere Gavia

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