La falconeria

La falconeria è una pratica antichissima. I primi indizi archeologici dell’utilizzo di rapaci per la caccia sono stati trovati in medio oriente, e risalgono a qualcosa come 3000 anni fa. Nel corso dei secoli e millenni successivi la falconeria ha avuto una larghissima diffusione in tutto il mondo conosciuto. Falchi e aquile sono onnipresenti nella cultura e nella simbologia di moltissimi paesi, dimostrando la notevole importanza che questi uccelli hanno avuto e continuano ad avere per molti popoli.

La pratica della caccia con i rapaci raggiunse l’Europa grazie ai barbari, probabilmente attorno al quarto o quinto secolo d.C., ma è solo negli ultimi decenni che questa attività sta avendo un enorme successo come hobby, soprattutto in Europa e in Nord America. Ma non mi voglio dilungare troppo sulla storia, anche perché si potrebbero scrivere centinaia di pagine.

Tuttavia, due traguardi molto importanti per quest’antica arte che vale la pena citare sono stati:

1) il 1968, anno in cui le numerose associazioni di falconeria sorte un po’ in tutto il mondo si sono riunite nella IAF, acronimo di “International Association for Falconry and Conservation of Birds of Prey”. La IAF è un organo di promozione e coordinamento sovranazionale efficacemente attivo da ormai oltre 50 anni. Ad oggi, l’IAF riunisce 110 associazioni da 87 paesi, con un totale di oltre 75000 iscritti, che si ritrovano annualmente per praticare insieme. Di seguito vi metto il link se volete approfondire: https://iaf.org/.

2) Il 2012, anno in cui la falconeria è stata dichiarata patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, ulteriore conferma dell’inestimabile valore della falconeria in tutto il mondo, e dell’importanza di mantenerla viva per tramandarla alle generazioni future.

Ma veniamo ora al cuore di questo post: cos’è e come funziona la falconeria.

La falconeria è una pratica venatoria basata sull’uso di falchi o altri uccelli rapaci per catturare prede, che possono includere sia altri uccelli, come fagiani, pernici o colombi, che animali terricoli, come lepri, conigli e addirittura volpi e lupi (con i rapaci più grandi). Come altre tipologie di caccia, anche questa è oggi praticata principalmente come hobby, più che per il procacciamento del cibo necessario al sostentamento del praticante, anche se in alcune popolazioni delle steppe asiatiche la falconeria svolge ancora un ruolo importante nell’alimentazione della famiglia.

La grande diffusione della falconeria degli ultimi decenni ha portato anche alla genesi della guferia, una nuova forma di tale pratica incentrata appunto sull’uso dei gufi, rapaci notturni che hanno tuttavia tecniche di caccia totalmente diverse da quelle dei rapaci diurni.

La falconeria “classica” è divisa in due categorie principali, in base alle caratteristiche morfologiche e al tipo di volo del rapace che si intende utilizzare. Si hanno i rapaci di alto volo, ovvero quelli appartenenti al genere Falco (falco pellegrino, lanario, sacro, ecc.), che vengono lanciati in volo, salgono in quota e catturano la preda dopo una picchiata a velocità impressionanti, e i rapaci di basso volo, ovvero quelli appartenenti al genere Accipiter (astore, sparviero, ecc.), che vengono lanciati direttamente dal pugno all’inseguimento di una preda. I generi Buteo, Aquila, Haliaeetus ecc, possono essere lanciati direttamente dal pugno oppure fatti volare in volo d’attesa in termica.

Ma vediamo meglio le caratteristiche e le specie più utilizzate per queste due categorie.

Rapaci di alto volo

Al genere Falco appartengono rapaci relativamente piccoli e con ali vistosamente appuntite. La loro tecnica di caccia è molto particolare. Sfruttando le termiche salgono a quote di alcune centinaia di metri e quindi, una volta individuata la preda giusta, partono in picchiata socchiudendo le ali e raggiungendo velocità finali di oltre 300km/h.

Un falco pellegrino in picchiata. Fonte

La preda, quasi sempre un uccello in volo, spesso non li vede nemmeno arrivare e viene uccisa istantaneamente dalla violenza dell’impatto con le poderose zampe artigliate del rapace. Solo gli uccelli più agili, come il comune piccione, potrebbero schivare il colpo all’ultimo con una virata fulminea. Questi rapaci hanno un solo tentativo, e raramente inseguono la preda se la picchiata non è andata a buon fine. Infatti i rapaci d’alto volo hanno poca resistenza per gli inseguimenti su lunghe distanze, e non potrebbero competere con un piccione, e quindi preferiscono risparmiare le energie per la picchiata successiva. Al contrario, uccelli poco agili come anatre e oche solitamente non hanno scampo.

Tra i rapaci più importanti di questa classe ricordiamo il celeberrimo falco pellegrino (Falco peregrinus),

lo smeriglio (Falco columbarius),

il falco lanario (Falco biarmicus) che sono eccellenti cacciatori di volatili,

mentre il falco sacro (Falco cherrug),

il falco di prateria (Falco mexicanus)

e il magnifico girfalco (Falco rusticolus) possono cacciare anche selvaggina di terra.

Quest’ultimo è anche il più grande di tutti i falchi d’alto volo, con le femmine che possono raggiungere i 2Kg di peso.

Caratteristica particolare della caccia con questi rapaci è che solitamente le uscite durano molto meno di quelle con i rapaci di basso volo, solitamente il tempo di 1-2 picchiate (20-40 minuti a uscita). Inoltre, visto che il falco deve andare in quota, potreste facilmente perderlo se non è stato addestrato a dovere! Sicuramente la caccia con rapaci d’alto volo non è per principianti, e i tag gps sono tassativi.

Rapaci di basso volo

Il genere Accipiter comprende rapaci di dimensioni medio-piccole e con ali dalle estremità arrotondate e con ampi slot tra le penne. La loro tecnica di caccia è notevolmente diversa da quella dei loro cugini d’alto volo. Infatti, a differenza dei primi, i rapaci di basso volo non partono in picchiata in alta quota, ma si limitano ad andare in alto per avere una miglior visuale del territorio ed individuare le prede più agevolmente. Per agguantare le prede questi rapaci sono in grado di sprint incredibili, utilizzando esclusivamente la loro forza fisica, e non solo la caduta di gravità come i falchi d’alto volo. I rapaci di basso volo sono in grado di inseguire le prede anche in mezzo alla boscaglia, grazie alla loro incredibile agilità.

Questi rapaci sono i più versatili, in quanto possono cacciare efficacemente sia altri uccelli in volo (fagiani, pernici, columbidi) sia prede di terra (lepri, conigli).

Tra i rapaci più gettonati per questa categoria ricordiamo l’astore (Accipiter gentilis),

lo sparviero eurasiatico (Accipiter nisus)

e lo sparviero di Cooper (Accipiter cooperii), americano.

Tra questi l’astore è senza dubbio uno dei rapaci più potenti e versatili della falconeria.

La poiana di Harris (Parabuteo unicinctus), originario del continente americano (Arizona, Texas e Argentina), è un rapace dal comportamento unico: in natura, vive in gruppi ordinati secondo una precisa gerarchia sociale dove fino a sette individui collaborano alla caccia, come se fossero un branco di lupi. Questa socialità rende questo rapace, ampiamente allevato in cattività, adattissimo alla falconeria e ottimo per i falconieri principianti. Eccelle sia nella caccia a conigli e lepri sia nella predazione di altri volatili.

Il genere Buteo (rapaci volgarmente noti come poiane) comprende diverse specie utilizzate in falconeria come la poiana codarossa (Buteo jamaicensis),

la poiana comune (Buteo buteo)

e la poiana spallerosse (Buteo lineatus).

La poiana codarossa, americana, è un predatore eccellente, utilizzabile per conigli, lepri e scoiattoli, ma anche per oche, anatre, fagiani e persino tacchini selvatici. La poiana comune è invece un rapace che necessita di più attenzioni, se si vuole ottenere un buon cacciatore di conigli.

Il genere Aquila è largamente diffuso nel globo, ma scarsamente utilizzato in falconeria. Si tratta di animali di grande potenza e forte temperamento, difficili da addestrare e potenzialmente pericolosi per l’uomo se costretti ad un’interazione forzata in ambiente densamente popolato. Si tratta anche di un tipo di predatore specializzato in prede di grosse dimensioni, soprattutto terrestri, non adattabile alla “cacciagione di penna”. In Kazakistan e Kirghizistan l’aquila reale (Aquila chrysaetos) viene tradizionalmente utilizzata per la caccia alle volpi, ai lupi e ad altra selvaggina terrestre di notevoli dimensioni.

La caccia con i rapaci di questa seconda categoria è molto diversa da quella che utilizza i rapaci d’alto volo. Il rapace infatti solitamente parte all’inseguimento direttamente dal pugno del falconiere, appena avvista la preda. Le uscite con questi animali possono durare anche delle ore, proprio per via dello stile di caccia di questi predatori, che possono tentare decine di inseguimenti per ogni singola uscita. Sicuramente sono anche uccelli che si prestano meglio al contatto umano rispetto a quelli d’alto volo, e sono decisamente più adatti ai principianti.

I gufi

I gufi non sono uccelli strettamente correlati a falchi e poiane e non c’è quasi nulla nella letteratura storica che parla dell’utilizzo dei gufi nell’arte venatoria. Tuttavia, ci sono almeno due specie che sono state usate con successo: il gufo reale (Bubo bubo)

e il gufo della Virginia (Bubo virginianus).

L’addestramento dei gufi è però radicalmente diverso da quello degli altri rapaci poiché questi animali cacciano affidandosi all’udito più che alla vista: sono infatti presbiti e vedono in bianco e nero, vengono facilmente distratti da rumori inconsueti e non rispondono forzatamente allo stimolo del cibo. Ritenuti da molti poco intelligenti, i gufi, se addestrati correttamente, rispondono invece con la medesima prontezza degli altri rapaci.

Rapaci rinselvatichiti

Come vale per altri animali allevati dall’uomo (cani, gatti, maiali, ecc.), anche i rapaci destinati alla falconeria possono smarrirsi o fuggire e, conseguentemente, rinselvatichirsi per poter sopravvivere. Il fenomeno è certamente meno diffuso oggi che in passato, grazie ai trasmettitori telemetrici di cui vengono forniti gli uccelli, ma ha comunque avuto modo di impattare, sia positivamente che negativamente, sulla fauna selvatica dei paesi in cui è avvenuto. In qualche caso la fuga dei rapaci ha permesso involontariamente di reintrodurre delle specie che erano scomparse a causa dell’attività umana. In altri casi invece si è dovuto intervenire per evitare che degli ibridi tra i rapaci fuggiti e quelli selvatici di specie differenti potessero inquinare il pool genetico della specie selvatica. Fonte

L’addestramento dei rapaci e l’equipaggiamento necessario

L’allevamento e l’addestramento dei rapaci alla caccia in sinergia con l’uomo sono procedure lunghe e complesse, certamente facilitate, oggigiorno, dalla grande disponibilità di informazioni garantite da internet, ma che ancora risentono molto delle specifiche scuole di pensiero nazionali. Oggi si tende a preferire gli uccelli nati in incubatrice, perché diventano molto più docili e abituati al contatto con le persone (anche se ciò porta talvolta a fenomeni di aggressività territoriale), ma a volte si utilizzano uccelli selvatici catturati e addestrati, in quanto molto più abili per natura nella caccia. L’addestramento di rapaci d’alto volo o basso volo è molto diverso. I primi vengono allenati facendo volteggiare una specie di peluche attaccato all’estremità di una fune, detto “logoro”, simulando il comportamento delle loro prede in volo, e facendo in modo che il rapace lo catturi con delle picchiate dall’alto.

I secondi invece vengono addestrati facendoli partire dal pugno e insegnandogli a catturare il peluche che si muove a terra tirato da una corda motorizzata.

Ovviamente sempre ricompensandoli opportunamente con del cibo, altrimenti perderebbero interesse! Prima di ogni uscita di caccia o addestramento i rapaci vanno pesati, per poter avere un’idea del loro appetito. Se hanno troppa fame potrebbero anche partire in solitaria alla ricerca di cibo, e potreste perderli, se hanno troppo poca fame potrebbero invece non rispondere più al richiamo del falconiere in quanto non più motivati. Per quanto riguarda l’alimentazione, questa comprende solitamente topi, quaglie e coniglio (o la stessa selvaggina catturata con il rapace!), e notate bene, INTERI! I rapaci non possono mangiare solo il petto o la coscia come noi, ma devono necessariamente mangiare anche ossa, pelo e piume. I loro acidi gastrici sono talmente corrosivi che se non avessero abbastanza cibo difficile da digerire causerebbero delle gravi patologie al rapace.

Certamente comune a tutti i falchi ed i falconieri è invece l’equipaggiamento del rapace. I rapaci portano un apposito cappuccio (chaperon),

che impedisce loro di ricevere stimoli visivi durante l’acclimatamento e l’addestramento, e delle robuste strisce di cuoio (solitamente cuoio di canguro) sulle zampe, i cosiddetti “geti”, per poter bloccare l’animale ed evitare partenze non volute.

Spesso, alle zampe sono attaccati anche un campanellino segnaletico, una striscia colorata identificativa ed un rilevatore telemetrico o gps, per poter geolocalizzare il rapace in caso di fuga o smarrimento. Un robusto guantone di cuoio è necessario per evitare che i loro affilatissimi artigli vi entrino nella carne.

Altra cosa molto spesso sottovalutata è l’importanza dei cani.

Il cane è un elemento assolutamente necessario per la falconeria in quanto, grazie al suo olfatto finissimo, riesce ad individuare le prede nella vegetazione, le fa uscire dal loro nascondiglio in modo che il rapace possa vederle e partire all’attacco, e infine localizza il rapace a terra con la preda, che può essere anche a centinaia di metri dal falconiere. Senza i cani, la caccia con i rapaci sarebbe quasi impossibile. Ovviamente il rapace deve essere stato adeguatamente abituato alla presenza del cane, per non esserne spaventato.

Conclusioni

La falconeria è senza dubbio la tecnica di caccia più naturale ed eco-sostenibile che si possa immaginare: utilizzi un animale per cacciare un altro animale. Niente cannoni d’acciaio supertecnologici e niente gare a chi ce l’ha più lungo (perdonate la battuta). In questo modo non si manda in frantumi la quiete del territorio e non si spaventano gli animali selvatici con il frastuono delle fucilate. Siete solo voi e i vostri compagni di caccia immersi nella natura. I rapaci addestrati sono più sani e vivono molto più a lungo di quelli selvatici in quanto hanno cibo sempre disponibile, cure mediche e riparo in caso di maltempo. Ma NON sono animali domestici al pari di un pappagallo o un canarino! La falconeria non è un hobby da weekend, o comunque da “quando hai voglia di sbatterti”. E’ uno stile di vita, e richiede la massima dedizione. I rapaci devono necessariamente volare con voi possibilmente tutti i giorni (anche più volte al giorno), eccetto in caso di forte maltempo, quando anche in natura non caccerebbero comunque. Se lasciati a loro stessi, i rapaci si inselvatichiscono rapidamente, e, alla prima uscita, potrebbero tagliare la corda e decidere di cavarsela da soli, se da voi ottengono scarse attenzioni e stimoli. I gufi invece sono uccelli con un carattere molto diverso, e sono adatti anche alla vita “domestica”, ma di loro parlerò in modo più approfondito in un post dedicato.

Quindi, se decidete di buttarvi nella falconeria, tenete bene a mente l’impegno che vi richiederà (tempo, soldi e pazienza), altrimenti fareste meglio a lasciar perdere!

Se volete imparare i trucchi del mestiere da una vera esperta falconiera, fatevi un giro sul canale youtube “Falconry and me”, di cui qui sotto metto un video a titolo di esempio:

A presto!

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