Al genere Lagopus, facente parte dell’ordine dei galliformi, appartengono tre specie di pernici: la pernice bianca (Lagopus muta), la pernice bianca nordica (Lagopus lagopus), e la pernice codabianca (Lagopus leucura). Le caratteristiche più incredibili di questi uccelli sono senza dubbio tre:
1) l’incredibile resistenza al freddo,
2) l’incredibile mimetismo del piumaggio,
3) le zampe completamente piumate.
Ed è proprio da quest’ultima peculiarità che è stato deciso il nome del genere. Lagopus è infatti formato dalle parole (in greco antico) “Lagos”, ovvero “lepre”, e “pous”, ovvero “piede”, quindi “piede di lepre”, proprio in riferimento alla somiglianza delle loro zampe a quelle (ovviamente) ricoperte di pelo delle lepri.
Ecco la zampa di una pernice bianca nordica:
Ma prima di proseguire, vediamo la classificazione tassonomica del genere Lagopus:
Aves (uccelli) -> Galliformes -> Phasianidae -> Tetraonini -> Lagopus.
Nota: questi uccelli vengono chiamati pernici per analogia, ma in realtà sono dei tetraoni, ovvero la famiglia che comprende anche il gallo cedrone, il gallo forcello e il francolino di monte. Le pernici propriamente dette sono invece le tre specie del genere Perdix, che in latino significa proprio “pernice”.
Tornando brevemente alle zampe piumate delle pernici bianche, la loro funzione è triplice. Infatti servono sia per evitare inutili dispersioni di calore, sia per mascherare le zampe sulla neve alla vista dei predatori, sia per ridurre lo sprofondamento nella neve fresca. Infatti aumentano la superficie del piede anche del 400%, funzionando come delle vere e proprie ciaspole.
Queste tre specie, tutte boreali, mostrano un incredibile adattamento al freddo. Vivono infatti o in alta montagna o nella gelida e desolata tundra artica, dove qualunque altro animale farebbe una gran fatica a sopravvivere, specialmente d’inverno. In particolare la pernice bianca (Lagopus muta) è particolarmente tenace, e si spinge veramente a nord, fino a 83 gradi N. E la cosa assurda è che spesso questi uccelli restano lì anche d’inverno, quando tutti gli altri animali se ne vanno più a sud per svernare. Ma non le pernici bianche! Loro restano lì, al gelo, al vento, al semi buio, e con un metro di neve a terra. Vivono in luoghi dove nemmeno gli abeti riescono a sopravvivere. Il loro piumaggio è particolarmente adatto a trattenere l’aria, che funge da isolante. Comunque, in caso di meteo davvero estremo, le pernici bianche scavano una buca nella neve e ci si infilano dentro. A volte, se la neve presenta una crosta di ghiaccio in superficie, le pernici seguono le mandrie di caribù (renne) per andare a cercare cibo dopo il loro passaggio.
Eccetto la pernice codabianca, presente soltanto in Nord America, le altre due specie sono ampiamente diffuse in Europa, Asia e Nord America. Tra queste, la pernice bianca è l’unica che si spinge anche a sud, ovviamente salendo di altitudine. È infatti presente anche sui Pirenei e sulle nostre Alpi, dove si stimano circa 7.000-10.000 coppie nidificanti. Sono tutti uccelli facilmente approcciabili, anche se sono veramente poche le persone che sono riuscite a farlo, vista l’inospitalità dei luoghi in cui vivono queste pernici.
Sono uccelli quasi esclusivamente vegetariani, nutrendosi di bacche, germogli e semi, anche se i pulcini consumano molti più insetti per assumere più proteine per la crescita. Come per tutti i galliformi, anche i pulcini di queste pernici nascono precoci e già in grado di camminare/correre e alimentarsi da soli, e hanno bisogno dei genitori soltanto per essere tenuti al caldo. Giusto per precisare, soltanto le pernici nordiche vedono entrambi i genitori impegnati nelle cure parentali, mentre nelle altre due specie se ne occupa solo la femmina. Sono generalmente uccelli monogami, anche se le eccezioni non sono rare.
Ecco un pulcino di pernice bianca nordica, a pochi giorni dalla schiusa:
E ora veniamo finalmente alla caratteristica più peculiare delle pernici del genere Lagopus, ovvero lo straordinario mimetismo del loro piumaggio, in tutte le stagioni. Fin’ora non ho messo alcuna foto che mostrasse per intero uccelli adulti, volutamente, per non mandarvi in confusione. Infatti, il piumaggio delle pernici bianche è soggetto ad uno dei meccanismi di muta annuale più complessi di tutto il regno aviano, essendo caratterizzato da un susseguirsi di ben 3 cicli distinti di muta, anche se a volte si sovrappongono parzialmente. Uno di questi cicli prevede la sostituzione totale del piumaggio, gli altri due soltanto parziale. In pratica, questi uccelli sono in fase di muta per circa 8 mesi all’anno. Ed è proprio qui che arriva il bello.
Questo sistema di muta si è evoluto apposta per seguire perfettamente la trasformazione del paesaggio nei luoghi in cui vivono, secondo il susseguirsi delle stagioni. In inverno il paesaggio è totalmente innevato, e quindi bianco candido. Di conseguenza anche le nostre pernici sono completamente bianche (eccetto le timoniere di due delle tre specie, che comunque restano quasi sempre nascoste).
Ecco alcune pernici codabianca (Lagopus leucura) in inverno:
E qui un breve video di alcune candidissime pernici bianche sulla neve:
Le uniche parti non bianche sono gli occhi e il becco! Se poi, per riposare, infilano la testa tra le piume bianche sulle spalle, diventano totalmente indistinguibili da un blocco di neve.
Ecco invece una pernice bianca nordica (Lagopus lagopus), sempre in inverno:
D’estate invece non c’è neve, e il paesaggio è quello tipico della tundra: rocce, muschi, licheni, e un po’ d’erba. E indovinate? Le pernici non sono più totalmente bianche (restano bianche le remiganti, nascoste), ma diventano di un colore marrone/grigio con striature molto intricate. Ed è in questo periodo, quello riproduttivo, in cui è possibile distinguere facilmente i sessi.
Ecco un maschio di pernice bianca (Lagopus muta) in estate:
Ed ecco una femmina:
Il piumaggio della femmina si è evoluto per nasconderla quasi completamente alla vista dei predatori quando è in cova sul nido, come in questa foto:
Ecco una femmina nell’erba secca:
Si mimetizza così bene che potreste passarle a due metri di distanza senza nemmeno accorgervi della sua presenza! E senza vento a favore, anche una volpe farebbe fatica a individuarla (è stato osservato realmente). E ovviamente la femmina resta immobile fino all’ultimo, decollando poi esplosivamente com’è tipico dei galliformi.
Questa è invece una femmina di pernice codabianca, in estate. Guardate come il suo piumaggio imiti perfettamente il colore delle rocce ricoperte di muschi e licheni sullo sfondo:
E un’altra pernice quasi identica alle rocce che ha intorno:
Si fa fatica a capire dove finisce la pernice e dove inizia la roccia. Incredibile, a dir poco!
E non è ancora tutto. Infatti il loro piumaggio inizia a cambiare gradualmente da bianco a colorato in primavera quando la neve inizia a sciogliersi, e viceversa da colorato a bianco quando la neve inizia ad accumularsi in autunno. In pratica, anche in questi casi il loro piumaggio segue il mutamento del paesaggio. E quindi le pernici sono un po’ bianche e un po’ maculate/striate, come in queste foto:
Anche nelle mezze stagioni sono perciò molto ben mimetizzate. Inoltre, cosa peculiare, i cicli di muta dei maschi sono differenti da quelli delle femmine, probabilmente a causa della necessità impellente delle femmine di mimetizzarsi per prime per il periodo di cova. Possiamo quindi affermare che le pernici del genere Lagopus sono tra gli uccelli con il miglior mimetismo stagionale in natura.
Per quanto riguarda la distinzione delle tre specie, questa non è sempre facile, sia perché spesso gli areali di distribuzione si sovrappongono, sia perché esistono moltissime sottospecie che presentano colorazioni leggermente diverse. Tuttavia, da vicino qualche differenza è evidente.
Innanzitutto le dimensioni. La pernice bianca nordica è la più grossa delle tre, arrivando attorno agli 800 grammi di peso. Inoltre ha un becco più grosso e complessivamente un aspetto meno longilineo e aggraziato delle altre due specie. La pernice codabianca è la più piccola, assestandosi sui 500 grammi, mentre la pernice bianca è una via di mezzo, sui 650 grammi.
Poi il colore del piumaggio. Infatti la codabianca (come dice il nome, appunto) è l’unica con le timoniere completamente bianche, mentre le altre due specie le hanno nere. Inoltre la nordica ha un piumaggio estivo più rossiccio e meno grigio delle altre.
Una curiosità: la sottospecie scozzese della pernice nordica, isolata da molto tempo, è completamente rossiccia, ed è l’unica che in inverno non diventa bianca. In inglese viene chiamata “red grouse”. Eccola:
Infine, i richiami sono invece molto differenti tra una specie e l’altra.
E ora non si può non dire qualcosa sulle capacità aeree di questi uccelli. Infatti, queste pernici sono tra i migliori volatori dell’ordine dei galliformi. Solitamente gli uccelli appartenenti a questo ordine hanno ali molto corte e arrotondate, non adatte a voli più lunghi di qualche centinaio di metri o qualche chilometro al massimo. Invece, nonostante siano tendenzialmente stanziali, le pernici bianche compiono non di rado anche lunghi voli in cerca di cibo o di luoghi dove nidificare, specialmente la pernice bianca (Lagopus muta). Voli ininterrotti di 100-200 chilometri sono abbastanza la norma, e non sono per loro un grosso problema. Infatti attraversano di consueto lo stretto di Hudson a nord del Canada, che nel punto più stretto sono 100 km di mare. Gli uccelli si spostano in stormi molto numerosi che possono contare centinaia di individui, e volano abbastanza alti nel cielo. Solitamente si involano all’alba o al tramonto. Il loro volo è potente e diretto.
Per rendere possibili questi lunghi voli, l’evoluzione ha dato loro ali più lunghe di molti altri galliformi. Ecco una compilation di pernici Lagopus in volo:
Le loro remiganti primarie sono poi particolarmente sviluppate, tanto che le ali chiuse raggiungono abbondantemente la coda, cosa inusuale nei galliformi (si vede bene nelle foto della parte sul mimetismo).
Inoltre, i maschi della pernice bianca effettuano dei voli territoriali abbastanza impressionanti. Appena un maschio entra nel territorio di un secondo maschio, quest’ultimo decolla verticalmente arrivando fino a 80 metri d’altezza, quindi plana a terra dopo svariati “stalli”, aprendo la coda a ventaglio ed emettendo dei richiami caratteristici. Se ciò non bastasse a intimidire l’avversario, allora parte in volo diretto verso di lui per metterlo in fuga. Nonostante ciò, sono comunque uccelli che preferiscono camminare, e passano in volo soltanto meno del 5% del loro tempo.
Per concludere, le pernici bianche sono degli uccelli veramente unici e straordinari, in grado di sopravvivere in luoghi dove quasi tutti gli altri animali morirebbero di freddo e fame, a meno di andare in letargo per risparmiare le energie. Questi uccelli meritano quindi tutto il nostro rispetto!
A presto e grazie della lettura!
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