Uova da galline “allevate a terra”: cosa significa esattamente?

L’espressione “allevate a terra” è una delle tante diciture ingannevoli molto sfruttata dal marketing delle aziende alimentari. Con l’espressione “allevate a terra” il consumatore percepisce che si tratti di un prodotto salutare, magari immaginando che le galline non sono allevate in gabbia. In questo caso però, non significa che siano allevate in modo sano, anzi! Le galline allevate a terra provengono comunque da allevamenti intensivi. Per sopportare questo stile di vita innaturale i polli sono anche soggetti alla somministrazione di farmaci antibiotici su base giornaliera, e vengono alimentati con cibo ipernutriente H24.

Vediamo quindi che cosa significa quando al supermercato o nei fogli della pubblicità della cassetta delle lettere trovate scritto di acquistare delle uova o del pollo “allevato a terra”.

Va di moda ora parlare di “allevato a terra” e spesso si fa confusione pensando che sia un sinonimo di “allevato all’aperto”. Nulla di piu’ sbagliato! Quando si parla di “allevate a terra” si indica semplicemente che gli animali non sono tenuti in gabbia ma poggiano su un pavimento: sono comunque allevati all’interno di grandi capannoni industriali e non sono mai previsti pascoli esterni all’aperto, per tutto il ciclo di vita di questi animali, un ciclo di vita alquanto breve fra l’altro, dato che vengono ingrassati attraverso la tecnica dell’accrescimento rapido per poi essere macellati (i polli) o rimpiazzati con esemplari più giovani (nel caso delle galline ovaiole).

Quindi in realtà la terra non la vedono nemmeno da lontano! Nemmeno per sbaglio.

Ecco come si presenta quello che chiamano “allevamento a terra”:

Se fossero persone oneste dovrebbero chiamarlo “allevamento PER terra“.

Le tecniche di allevamento del pollame si distinguono infatti:

  • In gabbia: tanti capi per mq; gli animali passano la loro vita produttiva all’interno di gabbie che vengono distribuite nei capannoni con piu’ piani. Luce e ventilazione sono artificiali. Solitamente e’ una pratica usata solo per la produzione di uova.
  • A terra: tanti capi per mq; gli animali passano la loro vita all’interno di capannoni chiusi. Solitamente si usa sia per la produzione di uova che per la carne (polli allevati a terra). L’allevamento a terra è “intensivo” quando raggiunge gli standard industriali con l’uso di luci artificiali sempre accese per invogliare il pollo a mangiare continuamente e dormire di meno, alimentazione spinta (molto calorica, per far aumentare velocemente di taglia l’animale e farlo arrivare il prima possibile alla macellazione. Se si tratta di galline ovaiole, l’alimentazione forzata serve a far produrre più uova, ma il risultato sarà un uovo più infiammatorio per il nostro organismo), ventilazione forzata (viene regolata con dei ventilatori). Tutto ciò è una vera e propria forzatura a livello biologico per l’animale.
  • All’aperto: pochi capi per mq. Gli animali vivono in capannoni che dispongono di un pascolo esterno e possono razzolare a piacimento. A volte basta letteralmente un buco nel soffitto per rientrare nella categoria “allevamento all’aperto”.
  • Biologico: pochi capi per mq. Gli animali vivono in capannoni che dispongono di un pascolo esterno e possono razzolare a piacimento. L’alimentazione prevede solo alimenti certificati come biologici e senza mangimi OGM.

Ma come scegliere quindi le uova più sane (ed etiche)?

Le tipologie di uova in vendita sono quattro, distinte in base a come vengono allevate le galline: allevamento biologico, all’aperto, a terra, in gabbia. Su ogni confezione di uova viene sempre riportato un numero identificativo che corrisponde al tipo di allevamento. Il numero 0 indica quello biologico, il codice 1 corrisponde a un allevamento all’aperto, il 2 si riferisce alle galline allevate a terra, al chiuso, infine il 3 rappresenta gli animali allevati in gabbia.
In conclusione, è evidente che le uova allevate a terra non sono le più sane in commercio, e che dovremmo orientare la nostra scelta di acquisto sulle uova biologiche o sulle uova di galline “allevate all’aperto”. Fonte

Quindi pare ovvio che possono essere legittimamente etichettate come “biologiche” solo le uova con primo numero di codice 0. Le galline allevate in gabbia sono spesso e volentieri rinchiuse in spazi angusti e atroci (spesso in questi “lager” ad ogni gallina è riservato circa 450 cm quadrati di spazio). Nella loro “vita” di macchine produci-uova, questi animali non potranno mai aprire le ali, razzolare, appollaiarsi, deporre le uova in un nido. Accalcate le une sulle altre, le galline impazziscono e diventano aggressive: si beccano tra loro, si spennano e si cannibalizzano (per evitarlo a volte vengono “debeccate” alla nascita, una pratica estremamente dolorosa). Insomma, queste povere galline vivono una vita a dir poco miserabile.

Ma per avere uova sane e buone non basta evitare solo l’allevamento a batteria, esistono anche le galline allevate a terra che sono tenute in capannoni (in un capannone ci possono stare anche 20.000 o 30.000 polli) e che sono illuminati artificialmente. Quindi una produzione di uova stimolata modificando il loro bioritmo attraverso la regolazione della luce e del riscaldamento: per le galline allevate a terra, proprio come per le loro colleghe ingabbiate, il giorno dura molto di più, e così la stagione calda. In questo modo sono spinte a produrre molte più uova di quelle che produrrebbero in natura, in più questo tipo di allevamento non consente agli animali l’accesso all’aperto, aumentando la possibilità di concentrazione di vapori di ammoniaca nell’aria. Queste galline ovaiole sono estremamente stressate sia dal punto fisico che psicologico, e muoiono molto giovani di stenti.

Un drastico cambiamento si ha invece con gli allevamenti all’aperto, anche se c’è una certa differenza tra quelli intensivi ed estensivi: nel primo caso (uova codice 1) le galline sono libere di razzolare tra la vegetazione, ma il mangime è convenzionale e lo spazio a disposizione per ogni gallina è di 2,5 metri quadri.

Le uova biologiche (codice 0) vengono invece da allevamento estensivo, che comporta:

  • fino a 10 metri quadri per gallina;
  • mangime biologico (cereali e mais senza additivi chimici, amminoacidi sintetici, OGM e farine di pesce);
  • maggiori garanzie per il benessere degli animali;
  • maggiori garanzie per la nostra salute, perché il settore biologico è molto più controllato e deve essere certificato per legge.

Questo è l’aspetto che dovrebbe avere un VERO allevamento all’aperto:

Qualcuno lo fa, ma non basta ancora, perché in questo modo i costi di mantenimento sono maggiori, e di conseguenza costano di più anche i prodotti messi in commercio (carne, uova). E per le grandi distribuzioni anche una piccola differenza di prezzo è una grave perdita di denaro.

La maggior parte delle cascine che allevano le galline, sono in gran parte delle piccole aziende, dotate di tutti gli strumenti e i macchinari tipici dell’allevamento intensivo: quindi, prima di acquistare delle uova al mercato, dall’alimentari o al mercato leggiamo sempre bene le etichette. Un uovo biologico costa in media 35 centesimi, solo due o tre centesimi in più di un uovo proveniente da allevamento a terra, due o tre centesimi che possono fare un’enorme differenza. Fonte

Concludendo, non facciamoci fregare da quegli squallidi agenti di marketing che trovano tutte quelle paroline magiche, tipo “naturale”, “all’aperto”, “a terra”, che servono soltanto a ingannare i consumatori, ma che hanno un significato estremamente distante dalla realtà delle cose.

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3 pensieri riguardo “Uova da galline “allevate a terra”: cosa significa esattamente?

  1. A me questa storia delle uova provenienti “da galline allevate a terra” fa ridere.
    Esistono anche quelle provenienti da “GALLINE ALLEVATE IN ARIA “?

    "Mi piace"

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